LA MIA ESPERIENZA AL CONVEGNO “EVIDENCE BASED PRACTICE (E.B.P.) E ORIENTAMENTO AL RECOVERY: UNA NUOVA SFIDA PER I DIPARTIMENTI DI SALUTE MENTALE”
Venerdì 20 settembre 2013 sono stata ad ascoltare tutto il convegno sulla Recovery delle persone con problemi mentali. E’ un andato tutto bene ed il convegno è stato molto interessante. La Recovery, brillantemente illustrata dalla Dottoressa Paola Carozza e dal Dottor Carlesi, consiste nel far rifiorire la persona con problemi mentali, opportunamente curata e reinserita nella società umana a pieno titolo. Una persona si può ammalare, cosicché può prendere coscienza di sé arrivando anche ad analizzare perché si è ammalata.
Io posso confermare. Adesso ho piena coscienza di me stessa ed analizzo, da un po’ di tempo, il perché e il significato di un vero TSO che ho subito, come ne sono uscita e a cosa mi sono aggrappata per recuperare me stessa (allo studio…) e diventare quindi molto…. più brillante di quando avevo 20 anni.
Lavoro molto con il computer, che ritengo sia lo specchio del cervello inteso come mente.
Il P.C. qualche anno fa mi ha permesso di aprirmi e di crescere con un pensiero e un’azione diversa e autonoma da quella della mia famiglia e dei Dottori. Ho trovato vie diverse per la mia realizzazione.
Glup, la Carozza ha ragione! E’ così Di seguito riportiamo anche per intero la relazione del Presidente dell’Associazione “Percorsi”, Eugenio Di Caro, presentata durante il convegno.
Le dolorose esperienze vissute dai nostri cari e dai familiari, le sterili, costose e talvolta anche umilianti peregrinazioni alla ricerca della cura giusta che mettesse fine o riducesse in qualche modo l’angoscia continua, l’approdo fortunato ed efficace poi, ma purtroppo anche tardivo, in alcuni e non in tutti i Centri di Salute Mentale, ci hanno indotto a maturare delle convinzioni ed a proporre agli Enti preposti, Ministeri, Regioni, Aziende Sanitarie, Comuni, progetti di riabilitazione ed in generale punti di vista e trasferimenti di esperienze quotidiane.
La nostra Associazione di familiari “Percorsi”, ormai forte della sua attività di 19 anni in tutto il territorio abruzzese e di partecipazione al direttivo UNASAM nazionale che raggruppa la maggior parte delle Associazioni italiane, dopo i risultati ed i successi ottenuti con le nostre iniziative, riconosciute come valide dal punto di vista riabilitativo dalla Regione e da diverse ASL, riassume quanto detto nei seguenti punti e formula quindi le seguenti proposte:
1°) Una Presa in Carico dell’utente. Tale mancanza da parte dei servizi pubblici, l’abbandono, anche se solo dopo il blocco di un progetto per mancanza di fondi, la conseguente istituzionalizzazione della persona con sofferenza mentale, spesso in residenze, sono la principale causa di cronicizzazione e di invalidità e, in definitiva, di una spesa per la collettività notevolmente superiore a quella necessaria per un sistema bene organizzato di prevenzione e di presa in carico territoriale e domiciliare, di inclusione sociale e lavorativa e di sostegno alle famiglie.
Quindi, la Presa In Carico deve dimostrare di essere:
a) Precoce il più possibile, grazie anche ad una campagna di sensibilizzazione dei medici di base, dei medici e psicologi della scuola e del lavoro, dei pediatri e della popolazione in generale, che devono tutti essere informati sui segni e sintomi precoci del disturbo ed educati socialmente a ridurre lo stigma. In questo senso, valutare la possibilità di includere sulle ricette, oltre al nome del farmaco, la dicitura “trattamento riabilitativo”;
b) continua nel tempo, le interruzioni provocano regressi e cronicizzazioni oltre al riacutizzarsi dei conflitti con le famiglie;
c) globale rispetto ai diversi momenti della giornata, ogni azione del vivere quotidiano è più o meno un atto riabilitativo e quindi utile al percorso.
2°) La Formazione continua degli operatori.
Già operativa per Legge da alcuni anni per l’obiettivo della crescita professionale e dello sviluppo della capacità di lavorare in squadra, deve essere oggi vista come
premessa per un salto di qualità verso una formazione “non astratta”, ma agganciata alla realtà pratica, connessa ai bisogni reali dell’utenza.
L’Associazione “Percorsi” ritiene che i Dipartimenti di Salute Mentale possano
attivare importanti risorse attraverso il Lavoro di Rete, inteso come cooperazione con gli altri Enti locali del territorio, con i Comuni, utilizzando le sinergie economiche ed organizzative dei loro Piani Sociali, con le Province, con le Agenzie per l’Impiego e le Categorie Imprenditoriali, promuovendo inserimenti sociali e lavorativi.
In tal senso, l’Associazione è entrata a far parte della Rete, già attivata di recente, dal Prefetto della Provincia di Teramo.
3°) Una verifica del carico di lavoro in ogni struttura territoriale, per definire il numero e le qualifiche degli operatori necessari, tenendo presente che nella selezione, oltre alla professionalità, vanno testati anche la volontà e la sensibilità personale dei candidati, per garantire l’efficacia dell’esito riabilitativo.
4°) Il sostegno economico per la realizzazione di progetti riabilitativi individualizzati, con percorsi strutturati ben precisi, calibrati sulla storia e sui bisogni del singolo utente, progetti finalizzati sempre all’esito biopsicosociale come metodo per aggredire e trattare i disturbi mentali. E’ implicito che i progetti vanno testati e modificati per adattarli al numero e tipologia degli utenti.
5°) Il riconoscimento a livello regionale delle migliori e più efficaci soluzioni riabilitative per la loro riproducibilità in più Aziende Sanitarie.
L’Associazione “Percorsi”, da me rappresentata, chiede, in definitiva, agli Enti preposti quanto esposto e si impegna ad offrire le esperienze già acquisite ed ogni collaborazione, ringraziando tutti gli operatori che, nonostante le difficoltà, perseverano con tenacia ed ottimismo.